Basti pensare che gli occhi del neonato sono fatti per mettere a fuoco dai 17 ai 30 cm , che è esattamente la distanza tra lui e il volto della mamma quando lo nutre al seno stabilendo così il suo primo importantissimo rapporto d’amore.
A partire dai 2 mesi inoltre il bambino inizia a sviluppare meglio la vista, attraverso cui realizzerà le esperienze più significative nei suoi primi anni di vita favorendone lo sviluppo cerebrale e psicomotorio.
Grazie alla vista siamo quindi in grado sia di esplorare il mondo esterno, sia di apprendere le novità che esso ha da offrirci.
Lettura, scrittura, lavoro alla lavagna e al computer, sono alcuni dei compiti che ogni giorno un individuo sarà chiamato a svolgere.
Tuttavia, già da bambino possono subentrare alterazioni visive, ed è per questo che il processo dello sviluppo psicomotorio potrebbe divenire molto lungo e complesso.
Se le abilità visive non sono sufficientemente sviluppate il processo di apprendimento potrebbe diventare difficoltoso e stressante: disagio nell’affrontare i compiti e nello stare a scuola, affaticamento eccessivo con ridotte capacità attentive, frequenti mal di testa ed evitamento di quelle situazioni che lo mettono in difficoltà sono alcuni dei segnali di malessere che il bambino si trova a vivere.
Anche la sfera relazionale e comunicativa potrebbero essere intaccate portando ad una diminuzione dell’autostima, ad un senso di inferiorità rispetto ai compagni con conseguente chiusura e abbassamento del tono dell’umore.
Diventa quindi importante captare i segnali di disagio del bambino attuando un intervento tempestivo al fine di indurre un miglioramento sia della performance scolastica sia, più in generale, della sua qualità di vita.